Sostenibilità e innovazione: sarà un binomio vincente?

Sostenibilità e innovazione: sarà un binomio vincente?

Sostenibilità e innovazione: sarà un binomio vincente?

Il futuro è una scatola che stiamo riempiendo già oggi. Ma la scatola è quasi piena di decenni di negligenze ambientali e comportamenti arroganti in nome del progresso e del benessere.

Certo, abbiamo raggiunto un livello di progresso tale da non far immaginare qualcosa di meglio. Viviamo iperconnessi e abbiamo ciò che vogliamo subito, il mondo è la periferia di casa nostra.
A scapito dell’acqua, dell’aria, della terra, del benessere di alcuni popoli. Stiamo segando il ramo di albero sul quale siamo seduti. La scatola è quasi piena, dicevamo, allora ‘innovazione’ deve essere sinonimo di ‘sostenibilità’. Non si può più aggiungere altro al contenuto della scatola, straborderebbe!
Siamo obbligati a togliere. Rimuovere, progredendo? È possibile.

Innovazione e sostenibilità

Le aziende e le imprese hanno grande responsabilità nel creare ricchezza e lo hanno fatto raggiungendo un grande traguardo: l’innalzamento delle condizioni economiche di intere nazioni. Alcune volte sopperiscono anche all’assenza o alla latitanza dello stato e del suo Welfare. Questo però ha necessariamente avuto un prezzo da pagare in salute e benessere dell’intero genere umano.
Il futuro quindi dovrà essere abitato da aziende che creeranno benessere, proteggendo la natura e l’ambiente.

L’innovazione sostenibile avrà l’oneroso compito di mettere insieme la protezione dell’ambiente e degli ecosistemi naturali con il modello dell’innovazione aziendale stratificato da generazioni di imprenditori con il solo obiettivo di amplificare all’infinito i guadagni. Quegli stessi imprenditori e manager dovranno reimpostare gli equilibri aziendali e dirottarli su percorsi che garantiscano il raggiungimento di obiettivi di valore sociale come la salute pubblica, l’equità e la giustizia ambientale.
L’unica e ingombrante risposta è la tecnologia pulita, l’economia verde e il commercio trasparente e solidale.

Le imprese hanno la tecnologia necessaria per attrezzarsi e i cittadini (sicuramente quelli dei paesi più ricchi) sono pronti per ‘pagare di più’ il prodotto o il servizio di imprese green.
E la politica? Lentamente, molto lentamente si sta adeguando a questo movimento di popoli e nazioni.

Aree di intervento

In un tetris di interessi privati, pubblici, politici, nazionali e internazionali, ogni incastro deve essere perfetto e calibrato, di tutti e contemporaneamente.
Cosa può fare ogni singola realtà economica che crea business?
Ecco alcune aree di intervento.

  • Energia. La produzione di elettricità rilascia circa un terzo delle emissioni globali di gas serra. Sarà necessario sfruttare gli elementi naturali: acqua, aria, sole. Si dovranno studiare sistemi di accumulo sempre più affidabili per immagazzinare energia e non disperderla e contemporaneamente creare combustibili alternativi quali idrocarburi sintetici e idrogeno verde.
  • Mobilità e trasporti. La parte da leone nelle emissioni di gas serra la fanno le autovetture private e quelle commerciali come i furgoni, i camion e i pullman. Aerei e navi contribuiscono a questo primato negativo. Una delle soluzioni è la versione elettrica di questi mezzi di trasporto e un uso intelligente dei mezzi pubblici e dei mezzi per le lunghe distanze.
  • Cibo, agricoltura e uso del suolo. Le dinamiche di produzione di alimenti rappresentano un quarto delle emissioni globali di gas serra. Diventa quindi fondamentale escogitare tecnologie sostenibili che possano ridurre l’impatto ambientale e garantire un uso meno intensivo del territorio attraverso l’ideazione e l’applicazione di nuovi tipi di agricolture.
  • Industrie pesanti. Le industrie pesanti producono beni generando grandissime quantità di gas serra. Già oggi le nuove tecnologie applicate ai vari reparti di queste aziende stanno abbattendo una buona parte di inquinamento ma, siccome le aziende cambiano in base al ‘mercato’, spetta ai consumatori ‘educare’ le aziende di produzione, quindi le parole d’ordine sono: riciclo, riutilizzo, uso di materiali naturali.
  • Edilizia. Negli ultimi 80 anni, la costruzione di case, edifici commerciali e di intere città ha contribuito in modo pesante ad affaticare i vari ecosistemi. Le soluzioni hanno tutte un minimo comun denominatore: l’efficienza. Gli spazi, gli ambienti e l’energia per alimentarli, dovranno essere ripensati e riprogettati per rendere sostenibili città e interi territori. Cemento e alberi dovranno avere stesso peso e dignità nelle nuove progettazioni.


Le opportunità

Progettare la nostra vita e quella delle generazioni future significa attivare un cambiamento positivo nello stato delle cose esistente. L’innovazione però deve essere vista come un’opportunità, non come una minaccia. L’innovazione è immaginare un domani ‘pulito’ con gli strumenti che già abbiamo oggi.
Notizie positive ce ne sono, migliaia di start-up in tutto il mondo si stanno già attrezzando per fare business con idee che, se applicate, ridurranno di molto l’inquinamento globale.
Siamo in ritardo di almeno vent’anni ma la macchina del cambiamento è partita. È lenta ma è partita.

All’inizio la gente rifiuta di credere che una nuova cosa strana possa essere fatta, poi iniziano a sperare che possa essere fatta, poi vedono che è possibile farla – poi è fatta e tutto il mondo si chiede perché non è stata fatta secoli prima.
(Frances Hodgson Burnett)