Sostenibilità alimentare

Sostenibilità alimentare

Sostenibilità alimentare: i dati dell’Osservatorio del Politecnico

L’industria agroalimentare italiana, con le sue 740.000 aziende agricole, 330.000 imprese di ristorazione e 70.000 industrie alimentari e con i suoi 4 milioni di lavoratori e 230.000 punti vendita al dettaglio, secondo i dati di The European House – Ambrosetti, ha generato un fatturato di 586,9 miliardi di euro nel 2022, pari al 19% del PIL.

Il settore agrifood, sebbene affondi le sue radici in una tradizione secolare, continua a mantenere la sua vivacità, ma per sopravvivere e prosperare nel prossimo futuro è chiamato ad innovarsi e a implementare percorsi virtuosi di sviluppo sostenibile.

Ad offrire spunti interessanti in questo senso è la ricerca condotta nel 2023/2024 dall’Osservatorio Food Sustainability della School of Management del Politecnico di Milano, iniziativa nata nel 2017 e giunta ora alla sua sesta edizione.

I risultati dell’indagine, presentati il 18 giugno 2024 in occasione del convegno “Sostenibilità alimentare: dalle parole ai fatti. Chi misura, raccoglie!”, forniscono una panoramica completa sulle pratiche e le innovazioni introdotte dagli attori dell’industria agroalimentare in risposta alle grandi sfide della sostenibilità.

Scopriamo quali sono le principali evidenze emerse dalla ricerca 2023/2024 e quali sono le best practice di innovazione per la sostenibilità nel settore agrifood promosse dall’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico.

Misurazione dello spreco alimentare e valorizzazione delle eccedenze

La ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability mostra innanzitutto quali sono le tecniche più diffuse per monitorare lo spreco alimentare nel settore agroalimentare, concentrandosi in particolare sulle strategie di valorizzazione delle eccedenze.

Per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’ONU, che promuovono una produzione e un consumo responsabili, nonché la riduzione degli impatti ambientali, è essenziale che le aziende del settore agrifood monitorino accuratamente i loro sprechi alimentari.

Dall’indagine è emerso che solo il 43% delle aziende italiane misura gli sprechi alimentari. Tuttavia, ben l’89% delle imprese che effettuano la misurazione adottano anche pratiche di donazione o riuso; il 49%, invece, adotta pratiche di riciclo e recupero.

Gli strumenti di misura più utilizzati sono la pesatura (59%), il conteggio manuale (38%) e la stima dei dati gestionali (36%). Tra le tecniche di misurazione più comuni ci sono anche la scansione codice a barre, la certificazione da terzi e l’acquisizione di immagini.

Nonostante la percentuale di aziende che monitorano lo spreco alimentare non sia particolarmente elevata, molte imprese sono attive nella valorizzazione delle eccedenze: 8 aziende alimentari su 10 adottano almeno una pratica di economia circolare, come il riuso e la valorizzazione di residui e scarti non più edibili.

Più nel dettaglio, il 75% delle aziende adotta forme di riuso, soprattutto tramite donazioni per fini sociali, vendite su mercati secondari, ritrasformazione o cessione per l’alimentazione animale. Le grandi aziende sono le più attive nella valorizzazione delle eccedenze (70%), mentre la percentuale scende al 47% per le medie e al 31% per le piccole imprese.

Come affermato da Paola Garrone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico, la misurazione degli sprechi alimentari è fondamentale perché permette alle aziende del settore di adottare strategie efficaci per prevenire il fenomeno e favorire la valorizzazione delle eccedenze.

Misurazione delle performance di sostenibilità e innovazione digitale

Misurare le performance di sostenibilità è fondamentale per permettere alle aziende dell’industria agroalimentare di individuare eventuali aree di miglioramento, monitorare i progressi e prendere decisioni informate, con un impatto positivo sull’ambiente, la società e l’economia.

L’innovazione digitale gioca un ruolo cruciale in questo processo, facilitando la raccolta e l’analisi dei dati. Dalla ricerca 2023/2024 del Politecnico è emerso che il 98% delle soluzioni tecnologiche per la misurazione della sostenibilità si concentra sui KPI ambientali, come le emissioni di carbonio e il calcolo della Carbon Footprint. Il 60% delle soluzioni adottate riguarda aspetti sociali, come il rispetto delle condizioni di lavoro e l’attenzione alla comunità locale, mentre il 56% fa riferimento a indicatori economici, come la produttività e la profittabilità.

Per quanto riguarda le tecnologie più utilizzate nell’ambito della valutazione delle performance di sostenibilità nella filiera agrifood, al primo posto ci sono Data & Big Data Analytics (88%), per l’analisi di grandi quantità di dati, seguiti dall’Intelligenza Artificiale & Machine Learning (34%), per applicazioni come il monitoraggio degli spazi degli allevamenti e la quantificazione degli sprechi alimentari, e dalla Blockchain (12%), per garantire l’immutabilità e la validazione dei dati, migliorando la trasparenza delle informazioni raccolte.

Il ruolo delle start-up e i packaging sostenibili

Le start-up svolgono un ruolo fondamentale nel settore agroalimentare per promuovere la sostenibilità. Dalla ricerca del Politecnico è emerso che tra il 2019 e il 2023 sono state fondate 2.270 start-up che perseguono uno o più obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Queste nuove imprese offrono una varietà di soluzioni per l’efficientamento delle risorse, dai modelli di agricoltura verticale alle piattaforme tecnologiche che sfruttano la Blockchain per la gestione dei dati di sostenibilità. Il 22% di queste start-up si concentra sulla tutela degli ecosistemi terrestri e acquatici, mentre altre puntano a migliorare la sicurezza alimentare e a favorire la resilienza dei raccolti ai cambiamenti climatici.

In parallelo, a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità alimentare ci sono i packaging sostenibili. L’imballaggio rappresenta infatti circa un terzo dei rifiuti solidi urbani e si prevede un aumento del 19% di questi rifiuti entro il 2030.

Affrontare questa sfida richiede un’innovazione nel design degli imballaggi e l’adozione di strumenti come il Life Cycle Assessment, che valuta l’impatto ambientale, sociale ed economico dei packaging lungo tutto il loro ciclo di vita. La proposta di Regolamento sul Packaging e Packaging Waste (PPWR) della Commissione Europea mira a stabilire obiettivi chiari per il riciclo e il riuso degli imballaggi, rappresentando un passo decisivo per la sostenibilità del settore.